I Luoghi
Le origini di Serra San Quirico risalgono a tempi assai remoti per la posizione chiave del luogo.
I documenti storici ritrovati nel nostro territorio parlano di epoche antichissime, con segni tangibili della civiltà etrusca, picena e romana, oltra al ritrovamento di una Necropoli dei Galli Senoni.
Si suppone che Serra sia sorta come caposaldo romano all'imbocco della Gola della Rossa, passaggio obbligato per Roma e punto di grande importanza strategica.
Un primo insediamento che si arricchì a poco a poco di edifici e fortificazioni, che crebbe e si consolidò all'ombra di Roma fino alla distruzione barbarica.
Nel primo medioevo fu incorporata nell'esarcato di Ravenna e più tardi nella circoscrizione carolingia della Marca Inferiore.
Inquadrata in questa sistemazione, Serra attende gli albori dell'anno Mille, allorchè rinnovata nelle strutture e nello spirito, rinascerà sotto l'impulso vigoroso del Monachesimo, rappresentato da S.Romualdo Abate.
Serra San Quirico Stazione (torna su)
Il 18 settembre 1841, il Borgo ebbe l'alto onore della visita pontificia di Gregorio XVI, proveniente da Loreto il quale non avendo tempo di salire al Castello si fermò nella chiesetta di S.Maria di Loreto, accolto da numerosi fedeli.
Pare anche, stando alla citazione dello storico serrano Domenico Gaspari, che il Papa sia rimasto colpito dall'eccellenza del cibo gustato in quell'occasione.
Nell'anno 1865 per la Stazione di Serra San Quirico, tansitò il primo treno della ferrovia Ancona - Roma tra gente vicina e lontana accorsa ad ammirare il progresso che avanzava.
Passano i secoli, mutano le case e gli uomini. Restano le memorie chiuse nel libro dei ricordi.
Le Copertelle: costeggiano tutta la zona ovest ed arrivano fino al Colle, dove si trova la punta di prora delle mura di fortificazione che danno al paese la forma di nave.
La Torre del Cassero: torre di difesa principale del paese, risalete al '300. Punto di vedetta e baluardo per dominare la Vallesina. Rappresenta l'elemnto principale del complesso denominato CASSERO, concepito come una fortezza costituita da due torri, e dalla Casa del Capitano.
Chiesa di Santa Lucia: risalente al XIII secolo, distrutta e ricostruita nel 1650 in stile barocco E' ricca di opere di pregio: l'altare dai marmi policromi (1739) e le cinque grandi tale absidali (Storia di S. Lucia e la Vergine appare a s. Ugo) realizzate da Guido Reni, Pasqualino Rossi, Romanelli, Giuseppe Cesari detto Cavalier D'Arpino.
Pasqualino Rossi. Un protagonista del Barocco
Nella chiesa è stato recentemente restaurato un antico organo risalente al 1676 costruito da uno dei più famosi organari dell'epoca.
Il restauro di un antico organo Testa nella chiesa di S.Lucia | Le prove del concerto inaugurale | |
Chiesa di Serra San Quirico: dedicata ai Santi Quirico e Giulitta fu fondata nei primissimi anni dopo il 1000. Più volte ristrutturata fu completamente rifatta dopo il disastroso terremoto del 1744.
La chiesa ha titolo di "PEVE" esprime ciò la giurisdizione gerarchica sulle altre chiese della zona.
Nell'abside della chiesa è custodita la reliquia della SACRA SPINA (una delle spine che componeva la Corona di Cristo).
Fu venerata nel 1539 da PAPA Paolo III. La Spina si presenta con la punta mozza e macchiata di sangue.
Cartoteca Storica delle Marche: allestita all'interno
dell'ex convento di Santa Lucia (1281) propone una ricostruzione
didattica della storia della rappresentazione del territorio regionale
dalle origini della sua configurazione territoriale moderna(intorno al
XV) fino all'annessione delle Marche allo Stato unitario (1860).
L'Abbazia di S.Elena
Abbazia di S.Elena: la fondazione è attribuita a San. Romualdo e risale agli anni 1009-1010.
E' stata inizialmente autonoma rispetto alle altre chiese, ma nel 1180 fu ammessa alla congregazione Camaldolese.
La struttura architettonica si presenta in stile romanico-gotico;
è a pinta basilicale con tre navate, costruita con solidissima tecnica
in blocchetti di pietra arenaria irregolare. Gli elementi più
caratteristici ed antichi (sec. XI-XII) sono la torre di difesa e il magazzino a volta a botte probabilmente ad uso cantina.
Da vedere inoltre: la Chiesa di San Francesco, la Piazza della Libertà, l'ex Chiesa Santa Maria del Mercato, la Chiesa di S.Filippo Neri, il Castello di Rotoscio, Domo e la Chiesa di S.Paternaio.
Serra San Quirico, è sede del "Parco Naturale Gola della Rossa e di Frasassi".
Il centro è stato edificato nell'anno 409 dopo che le invasioni barbariche avevano operato il disfacimento dei municipi romani di Attidiumi e Tuficum.
Nell'anno 1160 circa divenne libero comune.
La sua notorietà internazionale è congiunta alla produzione della carta (sec. XIII) e alla trasformazione dei suoi processi di fabbricazione, fra questi anche la filigrana.
Nel secolo XIV diede i natali al pittore Gentile da Fabriano. Nella seconda metà del sec. XIV, dopo lunghi contrasti, la famiglia dei Chiavelli trasformò il libero Comune in signoria.
Nel sec. XV, il pontefice Eugenio IV l'accolse alle dipendenze della sede pontificia. Nel 1849 fece parte della Repubblica Romana e successivamente, nel 1860, fu annessa la Regno d'Italia.
E' sede del museo della carta e della filigrana ospitato presso i locali dell'ex-convento di San Domenico. L'esposizione si articola in tre sezioni attraverso le quali sono illustrati i 700 anni di storia della carta.
Da visitare: la Pinacoteca comunale, il museo della Carta e della Filigrana, monumenti e opere d'arte.
Attraverso la SS arceviese, si arriva ad Arcevia, distante da Serra San Quirico circa 20 Km.
E' una suggestiva cittadina edificata sulla dorsale del Monte Cischiano.
Testimonianze di reperti archeologici, risalenti all'età neolitica, attestano le origini preistoriche del nucleo urbano.
Le zone di Conelle e Ponte di Pietra confermano ampiamente queste indicazioni.
In relazione alla sua ubicazione, durante il periodo medioevale è stata una roccaforte inattaccabile, denominata con l'appellativo di Roccacontrada. Nei secoli XIII-XIV è stata comune indipendente e nel secolo XV è divenuta feudo degli Sforza, indi, nel periodo successivo, associata allo Stato Pontificio.
Nel 1816, il titolo di Roccacontrada ha lasciato il posto al nome di Arcevia.
Sul luogo si colgono soviziosi esempi di opere d'arte legate ai nomi celebri di Luca Signorelli, Giovanni della Robbia, Ercole Ramazzani.
A 50 Km circa si trova la città di Ancona, capoluogo regionale.
Le sue origini risalgono ad età preistorica. All'inizio del sec. IV a.C. venne colonizzata dai Dori Siracusani, al tempo di Dionigi V.
Dopo la battaglia del Sentino (286 a.C.) vi fu stabilita una colonia di veterani durante il secolo Triunvirato. La vita di Ancona è legata fin dall'antichità al suo porto.
Nell'839 fu distrutta dai Saraceni. Risorta lentamente dalle rovine, verso la fine del secolo XI si organizzò in libero Comune, sviluppando il traffico con le città dell'altra sponda, in particolare con Costantinopoli e altri centri dell'Oriente bizantino.
Nel 1532 Clemente VII fece occupare militarmente la città, ponendo termine così alla repubblica marinara di Ancona.
Nell'anno 1732, Clemente XII concesse il portofranco e fece costruire dal Vanvitelli un grandioso Lazzaretto e allungare il molo.
Da visitare: il Museo diocesano - il Museo Nazionale della Marche - la Pinacoteca comunale.
Escursioni: S.Maria di Portonovo - Torre di Portonovo.
Città di grandi tradizioni, deve la sua fama soprattutto alla signoria dei Da Varano e alla fiorente Università.
Le origini della città sono legate addirittura al periodo neolitico. Rilevante è il ricordo del patto che Camerino strinse nel 309 a.C. con Roma. In sguito la città subì l'assedio dei Goti di Alarico e quindi venne elvata al rango di capoluogo dell'omonima Marca da Carlo Magno.
Fu città Guelfa ed ebbe il suo periodo di splendore con i citati Da Varano, che regnarono per quasi tre secoli. Va ricordato in questa città nacquero i pittori Arcangelo di Cola, Giovanni Boccati e Girolamo di Giovanni.
Da segnalare la visita alla Rocca dalla quale è possibile osservare un amplissimo panorama sui Monti Sibillini. Nella piazza Cavour sorgono il Duomo, il Palazzo Arcivescovile e il Palazzo Ducale.
Non meno interessante è la Chiesa di San Francesco, romano-gotica, dove sono state conservate le raccolte del Museo Civico e della Pinacoteca.
Consigliabile infine un giro panoramico intorno alla cinta muraria della città. In 25 Km di superstrada si arriva a Jesi, l'antica "Aesis" (dal fiume Esino), probabilmente fondata dagli Umbri, importante colonia romana dal 247 a.C.
Nel 409 fu conquistata e distrutta, prima dai Goti e successivamente dai Longobardi. Nel 756 risorse e fu compresa nella donazione di Pipino alla Chiesa.
Nel sec. XI si costituì in Comune ed ebbe vita florida; sotto gli Svevi (nel 1194 vi nacque Federico II) sostenne quasi ininterrottamente la parte ghibellina sino a Manfredi. Nel 1305 passò alla Chiesa. Nel 1328 la città ritornò nuovamente alla parte imperiale e si alleò con Osimo per combattere e sconfiggere Ancona.
Diede i natali all'umanista Angelo Colucci (1467), a Lucagnolo di Ciccolino (fine sec. XV) cesellatore, al celebre musicista G.B. Pergolesi (1710) autore della "Serva padrona" e dello "Stabat mater".
Da visitare: Pinacoteca - Museo archeologico e statutario.
Il fascino della vera felicità. Ci sono luoghi in cui il cielo si china sul mondo e la terra diventa una porta affacciata alle soglie del paradiso.
Tutto a Loreto vibra di una forza divina che ristora l'anima, ricrea anche i gesti più quotidiani, depone nel cuore il ricordo di un'esperienza sacra di cui un giorno si sentirà una confortante, irripetibile nostalgia.
Loreto con la sua Santa Casa, da secoli, è luogo di culto per milioni di pellegrini, per placidi fiumi di visitatori.
Qui, ogni anno, mille treni bianchi si arrampicano, con il loro carico di afflizione, verso un cielo color speranza. Oggi più che mai, nel momento in cui il bisogno di Sacro si diffonde, spesso con esiti impropri e confusi, presso larghe fasce di popolazione, Loreto riafferma ancor più la sua funzione centrale di orientamento e riferimento spirituale, specialmente nei confronti delle nuove generazioni.
L'esperienza del pellegrino, del semplice turista, si sa oscilla fatalmente tra devozione e evasione: tutto ciò è assolutamente naturale, teneramente umano.
Tra cielo e terra, fra trascendenza e quotidianità, Loreto, oggi, sa offrire ai suoi visitatori un ricco ventaglio di proposte e di opportunità: occasioni di sublime sacralità, tesori d'arte, musei specializzati, itinerari turistici ed artistici, mostre, rassegne e manifestazioni musicali di portata internazionale.
Sopra un colle fra le valli del Potenza e del Chienti, immersa in un vasto panorama, sorge Macerata. Essa conserva nel suo centro storico, cinto da mura, la caratteristica tranquillità del suo quieto passato, così come l'aspetto omogeneo e signorile, grazie ai numerosi palazzi ed edifici religiosi sorti fra il XVI e il XIX secolo.
Nel periodo estivo Macerata è un luogo priviligiato per gli amanti del "bel canto". Lo Sferisterio, si riempie di musica offrendo momenti di alta risonanza, immersi in uno scenario fra i più suggestivi d'Italia.
Sono molte le ipotesi sull'origine del nome di Macerata.
Potrebbe derivare da Macerie di Recina; ma anche dal termine classico "macèra" che significa muro a secco, costruito con pietre. Secondo altre versioni il nome deriverebbe dal luogo scelto per edificare la città chiamata "Maceretum". Un'altra versione fa derivare il nome dall'uso, molto diffuso nella zona, della coltivazione della canapa che poi veniva messa a macerare.
Tutte ipotesi che però non ci possono dare la certezza sulle origini del nome della città, di cui comunque non si hanno documenti anteriori al XI sec..
Il territorio di Matelica è compreso nella provincia di Macerata.
Confina a nord con la provincia di Ancona che dista 80 Km. La città di Matelica sorge a 365 mt. sul livello del mare e si pone al centro dell'alta valle dell'Esino, principale corso d'acqua che sorge in quest'area. Un ambiente ancora incontaminato che affascina gli amanti della natura e gli appassionati di itinerari ambientali.
Matelica non vanta solamente uno stupendo paesaggio, ma anche una serie di ricchezze artistiche, storiche ed archeologiche. La città moderna si estende sul sito dove si sviluppò l'abitato dell'Età del Ferro ed il Municipio Romano.
Numerosi sono i ritrovamenti di epoca picena ora visibili presso una mostra permanente nei locali del Municipio (interessante il ritrovamento di vinaccioli che testimoniano la secolare tradizione della viticoltura).
Il centro di epoca romana è attestato da numerosi ritrovamenti tra cui meravigliosi mosaici. A testimonianza delle epoche passate interessanti.
La città di Pergola si trova immersa nell'incantevole paesaggio della campagna e delle colline alla confluenza dei fiumi Cesano e Cinisco, sullo sfondo dell'imponente profilo del Monte Catria.
Fondata dagli Eugubini nel 1234, essa si trova in una terra di confine, lungamente contesa tra le Signorie dei Malatesta e dei Montefeltro.
Sia il territorio urbano (la stazione ferroviaria) che quello comunale (Grifoleto, Ferbole, Valrea, Monte Santa Croce, Monterolo, Montesecco e Cartoceto) hanno restituito una varietà di vasi, tombe e altre suppellettili che testimoniano una romanizzazione vasta e approfondita.
Proprio a Cartoceto furono rinvenuti, nel 1946, i celeberrimi Bronzi Dorati di Pergola, orgoglio e simbolo della città.
Invasioni barbariche e distruzioni di agglomerati urbani si susseguirono per secoli in tutta la zona, contesa e variamente influenzata dalle città di Sentinum (Sassoferrato), Pitinum Mergens (Acqualagna), Cagli e le comunità monastiche ravennate e avellanita.
Nei secoli XVII e XVIII Pergola conosce il massimo splendore economico. Sarà il periodo successivo, con la denominazione napoleonica, a causare lo scontento e l'ostilità della popolazione, anche a causa delle gravi spoliazioni del patrimonio artistico e delle condizioni economiche di declino.
In questi ultimi decenni Pergola ha avuto una notevole espansione urbanistica, ed è oggi in grado di offrire prodotti genuini della ricca agricoltura, interessanti itinerari turistici e naturalistici, splendide testimonianze storiche e artistiche del proprio passato che la rendono una meta appetibile per il turismo in ogni stagione.
Vive nel culto di un eccelso poeta come Giacomo Leopardi, e nel ricordo, meno remoto e forse più intimamente affettuoso, del tenore Beniamino Gigli.
Recanati ha avuto momenti di storia importante nell'Alto Medioevo e nei secoli successivi: il Comune sorse nel XII secolo per necessità di difendere gli abitanti dalle scorrerie degli Osimani. Fu Federico II a conferire alla città il diritto di costruire un porto (l'attuale Porto Recanati).
Conobbe le lotte tra Guelfi e Ghibellini. Unita la sede episcopale a quella di Loreto, nel 1952, l'importanza del centro scemò rapidamente.
Piazza Leopardi reca al centro il monumento al grande Giacomo, eretto nel centenario della sua nascita (1898) dal Panichi. La Torre del Borgo è sulla sinistra: risale al XII secolo, è discretamente conservata e reca in cima merli ghibellini. Di bell'effetto scenografico il largo, imponente Palazzo Comunale al cui piano superiore è visibile la Pinacoteca, fondata sempre nel 1898 e ricca di pezzi eccezionali.
Sulla piazza sorge anche la Chiesa di San Domenico, romanica e costruita nel 300. L'intenditore di cose d'arte non potrà trascurare di visitare il Museo Diocesano.
Naturalmente una visita a Palazzo Leopardi al n. 5 di Via Antici, più che un evento culturale, costituisce un percorso dello spirito. Da segnalare la presenza del noto Centro di studi leopardiani accanto al Palazzo della famiglia: esso è fornito di una biblioteca e possiede, in microfilm o copia, tutti i manoscritti del grande recanatese.
Sassoferrato, edificata presso l'antica città umbro-romana di Sentinum dista circa 20 Km.
Nell'anno 294 a.C., fu combattuta un questi luoghi la famosa battaglia vinta dai Romani contro la lega dei Gallo-Sanniti. Nel periodo tra l'VIII e il X secolo la città si dissolse per essere ricostruita verso il 1151 circa ad opera dei Conti Atti con il nome di Saxum-Ferratum (pietra cinta di ferro). Nel 1365 divenne libero comune con dotazione di un proprio statuto promulgato nel 1370.
Ritornata sotto la giurisdizione dello Stato Pontificio, vi rimase soggetto sino all'anno 1860. Conserva la Rocca, costruita nel 1368 dal cardinale Egidio Albornez. Diede i natali a Bartolo (1300) re dei giuristi definito anche "lanterna del diritto", Nicolò: Peretti, Ungaro degli Atti, Giovan Battista Salvi, detto il Sassoferrato (1609), famoso pittore di Madonne.
Sono visibili il Parco archeologico di Sentinum, il Museo archeologico Sentinate sito al piano superiore del Palazzo dei Priori in Piazza Matteotti e il Museo delle arti e delle tradizioni popolari, ospitato nel seicentesco Palazzo Montanari.